Chi ha una piscina privata così come i gestori delle piscine pubbliche devono fare i conti con le proprietà fisiche dell’acqua, la più importante delle quali è l’alcalinità (pH). Infatti un pH basso rende l’acqua acida, con conseguenze gravi per i bagnanti che possono avere irritazioni; così come possono essere a rischio con l’acqua troppo alcalina. Vediamo tutto più nel dettaglio.
La qualità dell’acqua
Se avete intenzione di far costruire in casa vostra una piscina interrata o una fuori terra, o se lo avete appena fatto, dovete considerare che l’acqua è indispensabile, e che non va mai sottovalutata.
Questo nel senso che dovete prendervene sempre cura, trattandola nella maniera corretta garantendone sempre qualità ed equilibrio, per far sì che chi la sfrutta (voi stessi compresi) sia sempre a suo agio e confortevole, e che anche le attrezzature non vengano danneggiate da fenomeni come l’erosione.
Non tutti sanno che l’acqua è influenzata da diversi fattori, come il clima (caldo in particolar modo), gli agenti atmosferici, chi frequenta la piscina, la zona geografica, la vicinanza della vegetazione e i sistemi di filtrazione.
Quindi, per rendere più semplice gestire e manutenere la vostra piscina dovete anche essere consapevoli di quali siano le azioni basilari per il trattamento dell’acqua, e i valori e i parametri che vanno considerati e monitorati in considerazione con l’aiuto del pool tester.
È fondamentale che l’acqua abbia sempre un equilibrio, in quanto garantisce una piscina sempre disinfetta. L’equilibrio ha un valore, che si esprime in pH e che può andare da 0 (acqua molto acida) a 14 (acqua molto alcalina).
L’acqua acida, quindi con un pH basso, irrita occhi e pelle, e corrode le attrezzature di metallo. L’acqua alcalina o basica, quindi con pH alto, irrita anch’essa pelle e occhi, ma provoca anche precipitazioni di calcare e compromette il processo di disinfezione.
Per farla breve, il pH dell’acqua di una qualsiasi piscina (sia fuori terra che interrata) deve avere sempre valore compreso tra 7,2 e 7,6, in modo che la sua disinfezione sia efficace e che non ci siano problemi di sorta per i bagnanti.
Il valore si ottiene con i correttori di acidità-basicità: i pH+ per alzare il livello (tenete conto che tanto cloro e alta temperatura aumentano naturalmente il valore, per cui valutate sempre il valore dell’acqua prima di inserire qualsiasi prodotto chimico); i pH- per abbassare il livello.
Tutti i sistemi per misurare il pH
Comunque, va detto che sul mercato ci sono più sistemi per il controllo dei livelli di pHe cloro, per cui vogliamo elencarvene alcuni:
- Cartine indicatrici o Cartine tornasole. Si tratta di cartine utili per la rilevazione del cloro libero e del pH, semplici strisce d’acqua che si immergono nella piscina per qualche istante e una volta estratte hanno una reazione chimica indicante il valore di alcalinità o di cloro a seconda della cartina usata.
- Kit di analisi combinati, contenitori spesso di plastica e di piccole dimensioni che vanno riempiti con l’acqua contenuta nella piscina. I kit hanno due contenitori, ovviamente uno per cloro e uno per il pH, e presentano anche due flaconcini: uno contiene otho e l’altro phenol (tranquilli, sono differenziati da due colori diversi) che vanno messi separatamente nei due contenitori in quantità tendenzialmente di 5 gocce ognuno. Una volta che le gocce sono state versate, è necessario mescolare i liquidi e in base al colore che si ottiene si capirà il valore di pH e di cloro.
- Strumenti digitali. Di questi sono il modo più preciso, e quello più costoso (che quindi si usa per lo più per le piscine interrate). I più recenti sono i Blue Connect, ovvero smart tester che dialogano con lo smartphone attraverso app dedicata e tengono sempre aggiornati sui vari valori della piscina, non solo cloro e ph ma anche temperatura, per intervenire nello specifico risparmiando quindi sul consumo dei prodotti chimici e non.
Che cos’è il pH
Abbiamo parlato fino adesso di pH, senza però mai dire nello specifico di che cosa si tratti e di cosa tenga in considerazione. Vediamolo subito: pH è la sigla, un’abbreviazione usata per pondus Hydrogenium, ovvero “peso dell’idrogeno”.
Quindi il pH indica il numero presente nell’acqua di ioni di idrogeno, ed è stato “inventato” – o, meglio, costituito – quando si scoprì che l’acqua è chimicamente costituita da ioni di idrogeno (gli H+) e ioni di idrossido (OH-). Come visto prima, non ci sono unità di misura per il pH ma si misura su una scala da 0 a 14.
Fuori dal contesto della piscina privata, e in ambito più scientifico c’è uno strumento che misura il livello di pH nel tempo, che si chiama pH elettrodo, un tubo molto piccolo che si mette in dei vasi campione e che è legato ad un metro con un cavo.
In questo elettrodo si trova un liquido particolare, il 3M Cloruro di Kalium (in alcuni casi il liquido è sostituito da un gel con proprietà analoghe). Che sia liquido o gel, al suo interno ci sono dei cavi in platino e d’argento, contenenti una piccola membrana.
Una volta messo nel vaso, gli ioni OH- e gli ioni H+ entrano all’interno dell’elettrodo proprio per merito di questa membrana e generano una carica positiva e una negativa a tutte le sue estremità.
Queste cariche e la loro potenza determineranno il numero di H+ e di OH-, permettendo poi al valore del pH di apparire sul pH-metro. Il potenziale delle cariche dipende dalla temperatura della soluzione analizzata, che infatti viene mostrata anche sul pHmetro.
Va detto che nell’acqua il pH può essere alterato, e quindi si andranno a separare gli ioni. L’acido cloridrico, per esempio, separa gli ioni di idrogeno da quelli di cloro. E anche liquidi molto basici possono essere scomposti: l’idrossido di sodio, per prenderne uno, separa gli ioni idrossido da quelli di sodio.
Per farla più semplice, se una sostanza acida viene unita all’acqua, le “regala” uno ione idrogeno rendendola più acida, e cosa analoga succede con liquidi basici, che però la renderanno più basica, cioè alzeranno il livello di pH.
Ma per farvi capire quanto il pH sia estremamente presente nella nostra vita di tutti i giorni, ecco alcuni prodotti con il loro pH:
- Ammoniaca (pH 11)
- Polvere (pH 8,3)
- Sangue umano (pH 7,4)
- Acqua pura (pH 7,0)
- Latte (pH 6,6)
- Pomodori (pH 4,5)
- Vino (pH 4)
- Mele (pH 3)
- Succo di limone (pH 2)
Monitorare il cloro
Quando l’acqua ha i livelli giusti di pH, allora si può procedere con la purificazione e la disinfezione. Anche in questo caso ci sono diverse soluzioni, anche se, come è noto, il più efficace è il cloro – e i derivati, quali bromo o l’ossigeno attivo.
Il valore del cloro è espresso in mg o ppm e si trova in varie forme, anche se la più importante da tenere sotto controllo è il cloro livero, sempre compreso tra 1 e 2 ppm. Per far sì che ci rimanga, bisogna agire con costanza.
Infatti tutti i giorni nell’acqua delle piscine da giardino si introducono animaletti e organismi di ogni tipo: ci sono batteri, sporcizia, polvere, spore di alghe, fuliggine. Per evitarli, bisogna sempre sapere le basi di una corretta pulizia, nonché sfruttare dei teli di protezione della piscina per la salute dei bagnanti.
Inoltre, ricordate che tutti questi valori che abbiamo appena approfondito vanno ricontrollati tutte le settimane.